O estate! La sinfonia del mare, le notti nei giardini, le vele sull’orizzonte… La seconda compilation
di FULVIO VENTURI –
Una pagina imperdibile, da conoscere se si ama il mare, è la colossale “A Sea Symphony” di Ralph Vaughan Williams, splendida, profonda pagina sinfonico-corale apparsa nel 1910. Una canzone per tutti i mari, per tutte le navi; Sulla spiaggia di notte, solo; Le onde; Gli esploratori, sono i sottotitoli dei movimenti interni a questo bellissimo lavoro marino. Vaughan Williams, anni più tardi, completò il panorama delle sue escursioni musicali con “Sinfonia Antartica”, singolare composizione ispirata dalla sfortunata spedizione di Robert Falcon Scott in Terra Nova.
Spesso la musica inglese è misconosciuta, è considerata minore. Curiose pubblicazioni quelle di storia della musica, secondo me andrebbero riscritte tutte. Senza voler fare il “maestrino”, approfittate invece del tempo libero e ascoltate “Tintagel”, il bel poema sinfonico di Arnold Bax, animato dalla leggenda, dal mare e dall’amore, dalle scogliere della Cornovaglia “in un assolato, ma non privo di vento, giorno d’estate”. Evocazione, ma non rimpianto, “Tintagel” reca anche un delicato pensiero d’amore, poiché Bax dedicò la composizione alla pianista Harriet Cohen, con la quale ebbe una lunga relazione. Coeva a questo poema sinfonico è la “Hebridean Simphony” di Granville Ransome Bantock (1915). Ascoltatela, rimarrete stupiti dalla sua dovizia orchestrale. Devo ricordare che l’erede di questa compiuta progenie di musicisti è stato Benjamin Britten, che mai perse il contatto sia con la radici della sua terra, sia con il mare, componendo due opere straordinarie come “Peter Grimes” e “Billy Budd”, la prima tragica, la seconda più lirica, ma non meno intensa. Chiudiamo la parentesi dedicata a questi musicisti con i “Four Sea Interludes” dal “Peter Grimes” (a seguire una fotogallery, sopra il titolo l’opera “Golfo di Palermo – particolare, di Renato Guttuso).
Non che si senta il mare, ma l’accidioso andamento della “Grand Canyon Suite” di Ferde Grofé mi fa pensare ad un viaggio negli Stati Uniti e al sole, a piombo, sulle Montagne Rocciose. Bel paesaggio, ma chi era Ferde Grofé? Si è sempre saputo poco di lui, ma George Gershwin deve qualcosa della sua fama alle qualità di questo musicista. Formidabile strumentatore e arrangiatore, fu proprio Grofé, che lavorava per Paul Whiteman, ad orchestrare la partitura di “Rhapsody in Blue”. La sua “Gran Canyon Suite”, composta da cinque movimenti con sottotitoli pittoreschi (Alba; Il deserto dipinto; In cammino; Tramonto; Nubifragio, con una coda: Tuono distante con stridore di grilli) fu appunto eseguita per la prima volta da Whiteman (nel 1931) e fece parte anche del repertorio direttoriale di Arturo Toscanini. Sempre negli States, compiamo un altro viaggio sul filo della memoria e della nostalgia con “Knoxville, Summer 1915”, la raffinatissima cantata di Samauel Barber, carica di affetti familiari. E ascoltiamola dalla voce bellissima, dalla sensibilità femminile di Eleanor Steber, che ne fu prima interprete.
Il repertorio toscaniniano mi fa pensare anche ad una composizione per pianoforte e orchestra di Manuel de Falla, “Noches en los jardines de Espana” (En el Generalife; Danza lejana; En los jardines de la Sierra de Cordoba). Profumi, gli aranceti e le cascatelle gelide del Generalife nell’Alhambra di Granada, i notturni suoni goyeschi, incalzanti impressioni coloristiche, nel discreto virtuosismo pianistico e nella doviziosa parte sinfonica. Il grande direttore Parmigiano, del quale ricorrone adesso i 150 anni dalla nascita e i 60 dalla morte, eseguì spesso questa composizione insieme un altro malioso lavoro di De Falla. “El amor brujo”.
I colori, i profumi, i suoni di Spagna mi fanno pensare anche alle atmosfere nostrane. Musica dimenticata quella degli autori italiani, se riferita al sinfonismo. Eppure qualche pagina calda, assolata ed olezzante, riferita al nostro paese, l’abbiamo. Mi riferisco, ad esempio, a “Sicania”, poema sinfonico su temi popolari siciliani di Gino Marinuzzi, il famoso direttore d’orchestra palermitano che compose il brano prima dei trent’anni. Brano che evidenzia l’ammirazione per Richard Strauss e la notevole, notevolissima, dovizia tecnica di Marinuzzi. Ma non si pensi ad un brano scintillante, sì, ma anche un po’ inerte, dimostrativo. Si tratta di musica palpitante, appassionata e senza retorica. Passione e palpiti che si ritrovano in un’altra pagina insulare, “Sardegna” di Ennio Porrino. Qui, siamo nel 1933, è anche evidente la lezione respighiana, ma l’incipit della composizione, raccolto e misterioso, fa pensare alle leggende delle janas e alle ancestrali danze di quella meravigliosa terra. Una plaga serena, scintillante sotto il sole di mezzogiorno, quasi accidiosa, lagunare, troviamo nella “Sinfonia del Mare” (1906) del veneziano Gian Francesco Malipiero, autore ormai noto più per la proverbiale consistenza numerica del suo catalogo che per il valore della sua musica. Alla “Sinfonia del mare” di Malipiero avviciniamo due brani “gemelli” di Ildebrando Pizzetti, “Concerto dell’Estate” (1928) “Canti della stagione alta” (1930), sia per la forza del linguaggio che per le improvvise, illuminanti, aperture melodiche. E per tornare alla Sardegna verrebbe quasi la voglia di ricavare una suite dalla dimenticatissima opera “Amsicora” di Luigi Canepa, dove preludio, “duru-duru” e “murinedda” sono pagine di freschezza ed eleganza unica…
… nuda le fervide membra che riga il suo sangue d’oro
odorate di aliga di rèsina e di alloro! (O Estate)
Vi saluto con la compilation di alcuni brani citati:
Debussy, La Mer / Debussy, Voiles / Debussy, La Cathédrale engloutie / Chausson, Poème de l’amour et de la mer / Lyapunov, Hashish / Vaughan Williams, A Sea Symphonie / Arnold Bax, Tintagel / Grofé, Gran Canyon Suite / De Falla, Noches en los jardines de Espana / Marinuzzi, Sicania / Porrino, Sardegna / Malipiero, Sinfonia del Mare / Pizzetti, Canti della stagione alta.
(2 – fine)
2 comments
Straordinariamente trascinante, coinvolgente, commovente. Di solito evito l’aggettivazione sovrabbondante, ma questa volta faccio un’eccezione.
Ricco, completo, per niente sovrabbondante, lascia addirittura col dispiacere che non ci sia altro in cui introdursi, se neofiti, o da rivalutare e proporre, se già intenditori.
Un applauso appassionato a questo invito a una danza nel mare, da cui emergere lievi come ninfe e vitali come chicchi di caffè di cui rivestirsi. Mi permetto di consigliare alla redazione una maggiore attenzione ai refusi: in questo contesto sono un vero e proprio delitto.
Grazie per le sue parole e… anche per i suoi “rimproveri”. Uno stimolo a stare più attenti, d’ora in avanti. Un caro saluto dallo staff di Toscanaeventinews
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