“Il Sabato del Mascagni”: il giovanissimo pianista Edoardo Mancini inaugura la rassegna il 4 febbraio alle ore 16 nell’Auditorium Cesare Chiti del Conservatorio di Livorno
La bella stagione di concerti di musica da camera, che il Conservatorio Mascagni offre alla città di Livorno per i prossimi cinque mesi, si apre sabato 4 febbraio alle 16:00 nell’Auditorium Cesare Chiti, in via Galilei 40 con il recital pianistico del giovanissimo Edoardo Mancini (foto sopra il titolo).
Nato nel 2000, fin da piccolissimo evidenzia una cosi spiccata sensibilità per la musica che i genitori lo affidano alle cure della pianista Scilla Lenzi. Edoardo non ha più di tre anni; ma subito la musica diviene il volano della sua giovanissima esistenza. Ed è naturale che il pianoforte della sua maestra si faccia il “suo” strumento.
Nel 2009, nonostante la giovane età, viene accettato al Mascagni nella classe di Daniel Rivera, concertista di fama internazionale, spesso in duo con la grande Martha Argerich e che lascia la nativa Rosario, in Argentina per naturalizzarsi italiano.
Edoardo, sotto la guida di Rivera, sboccia rapidamente a un pianismo straordinariamente maturo, che lo vede laureato in strumento ad appena 17 anni e cui si dedica, in maniera esclusiva, dopo la maturità scientifica.
Come ogni vero artista, Mancini si spinge oltre nella ricerca della sua cifra d’interprete e oggi cura la sua specializzazione con Maurizio Baglini, grande interprete e docente del Mascagni, e con Enrico Pace, presso la prestigiosa Accademia di Musica di Pinerolo.
“C’è un leit-motiv che percorre tutto il programma”, dice Macini, “ed è lo scorrere del tempo della giornata, del tempo della vita, delle sue stagioni. Dai Gesänge der Frühe, i Canti dell’alba, Op. 133 di Schumann per il Prelude a l’apres midi d’un faune, per la della notte evocata nella Sonata-Fantasia n. 2, op 19 di Scriabin e fino ai Trois mouvements de Petrouchka di Stravinskij, la cui vicenda si svolge in una giornata, al termine della quale Petrouchka morirà per “risorgere” nella notte, io vivo questo programma come metafora della vita, delle sue stagioni e del suo infinito rinnovarsi.”
Per il resto, al di là di questa sua esaltante avventura artistica, Edoardo Mancini è un ragazzo come tutti gli altri suoi coetanei. È single, ha degli amici, non tanti, perché la sua è una vita di forte sacrificio, che non tutti sono in grado di comprendere e condividere, e fa, nel tempo libero, quel che fanno tutti i ragazzi.
“Mancini è uno dei nostri migliori allievi, quelli che abbiamo selezionato con cura. Non pochi di loro – come lui stesso – sono già in carriera, benché ancora non abbiano concluso l’iter accademico o siano tuttora in fase di perfezionamento”, così Giovanni Nesi, direttore artistico della stagione, giovane e prestigioso concertista, affermato in tutta Europa e nelle Americhe, e docente di pianoforte nel Conservatorio livornese. “A questi giovani abbiamo commissionato la preparazione di programmi per questa stagione cameristica.”
Edoardo Mancini esegue i Gesänge der Frühe, i Canti dell’alba, Op. 133 di Robert Schumann (1818-1856), il Prelude a l’apres midi d’un faune di Claude Debussy (1862-1918), la Sonata-Fantasia n. 2, op 19 di Alexandr Scriabin e Trois mouvements de Petrouchka – Danse Russe, Chez Petrouchka, La semaine grasse – di Igor Stravinskij (1882-1971).
L’ingresso ai concerti de Il Sabato del Mascagni – Auditorium Chiti, ogni sabato alle 16.00 – è gratuito e libero.