“La fabbrica della bellezza”: la manifattura Ginori e il suo popolo di statue in mostra al Museo del Bargello dal 18 maggio
Il Museo Nazionale del Bargello, a Firenze, inaugurerà il 18 maggio 2017 (fino al primo ottobre) la prima mostra realizzata in Italia sulle statue di porcellana prodotte a Doccia, e sulle sue fonti. Il titolo è “La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue”. Fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori a Doccia, nei pressi di Firenze, la manifattura di porcellana di Sesto Fiorentino – divenuta nel 1896 Richard Ginori – è la più antica in Italia e tuttora funzionante. Il marchese Ginori raccolse sistematicamente le forme presenti nelle botteghe appartenute agli scultori attivi dal tardo Rinascimento al Barocco, servendosene per creare i modelli della sua grande scultura in porcellana. Contemporaneamente egli acquistava modelli dagli atelier degli scultori fiorentini del tempo, o commissionava riduzioni dalle più celebri statue antiche.
La collezione di modelli per le porcellane che ne scaturì venne ampliata dagli eredi di Carlo, ed oggi è divisa tra la manifattura Richard Ginori e il Museo adiacente alla fabbrica, purtroppo chiuso dal maggio 2014. Si tratta di un eccezionale insieme di opere, di fondamentale importanza per la storia della scultura. Nota agli studi fin dalla pioneristica pubblicazione (dovuta a Klaus Lankheit, nel 1982) di un inventario del tardo Settecento, e quindi in parte illustrata in una mostra del 2005 al Liechtenstein Museum di Vienna, nonché in una serie di studi recenti dedicati alla storia della produzione ceramica, questa collezione di modelli scultorei con le relative forme non ha ancora conquistato il posto che le spetta presso il grande pubblico.
Nel percorso espositivo al Bargello, le più importanti sculture prodotte nel primo periodo della Manifattura saranno messe in dialogo con opere della collezione permanente del museo e presentate in confronti inediti con cere, terrecotte o bronzi che servirono come modello totale o parziale delle porcellane. Divisa in sei nuclei tematici, la mostra racconterà quindi la storia della trasformazione di un’invenzione scultorea in una porcellana: e questo processo sarà analizzato attraverso ricerche originali incentrate su singoli casi studio.
Dal Museo Ginori sono state concesse le due opere più importanti dell’intera collezione: la Venere dei Medici (foto sopra il titolo), che riproduce la celeberrima statua della Tribuna, e il monumentale Camino (foto sopra a sinistra), coronato dalle riduzioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo, restaurato in occasione della mostra.
Grazie alla collaborazione con l’Accademia Etrusca di Cortona, verrà esposto in mostra anche lo straordinario Tempietto della gloria della Toscana donato da Carlo Ginori all’Accademia, anch’esso restaurato per la mostra. Il Tempietto riassume e concentra non solo le ambizioni artistiche, ma anche quelle politiche del fondatore della Manifattura. Altre selezionatissime sculture sono state concesse in prestito da istituzioni italiane e straniere e da privati – alcune esposte in Italia per la prima volta – per dimostrare l’unicità della collezione conservata a Doccia, che costituisce l’eccezionale memoria materiale di una delle storie artistiche più gloriose d’Italia.
Oltre che per raccontare al grande pubblico un capitolo straordinario della produzione scultorea fiorentina, la mostra nasce per ridestare l’attenzione dei fiorentini e dell’opinione pubblica internazionale sulla sorte del Museo di Doccia.
“La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue”, allestita in collaborazione con l’Associazione Amici di Doccia e frutto di oltre un anno di ricerche, è curata da Tomaso Montanari e Dimitri Zikos, con la collaborazione di Cristiano Giometti e di Marino Marini. All’esposizione hanno dato il proprio contributo anche la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze, di Pistoia e di Prato, e l’Università degli Studi di Firenze. La mostra è stata prodotta e realizzata grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, ad una sponsorizzazione della Richard Ginori, e alla collaborazione di Firenze Musei; hanno contribuito anche Opera Laboratori Fiorentini e Arteria come partners, rispettivamente per l’allestimento e per i trasporti.