Quando le bande armate fasciste cacciarono da Palazzo Civico il sindaco Mondolfi. Era il 3 agosto 1922. Quel tragico giorno di cento anni fa sarà ricordato mercoledì 3 al Palazzo Comunale dove verrà presentato il libro di Mario Tredici “Uberto Mondolfi, il sindaco rosso. L’amministrazione socialista. Livorno 1920-1922”
Il 3 agosto 1922 il sindaco Uberto Mondolfi e la sua Giunta furono costretti da bande armate fasciste a dare le dimissioni e ad abbandonare il Palazzo Comunale. In Giunta con lui c’erano socialisti (in Consiglio comunale anche Giuseppe Emanuele Modigliani, il fratello maggiore del pittore Amedeo). Fino all’ultimo Mondolfi, primo esponente socialista a ricoprire tale carica, e ultimo sindaco di Livorno eletto democraticamente prima della lunga ombra fascista, difese a viso aperto il Comune socialista e le libertà democratiche. Fu costretto a cedere solo di fronte alle minacce di morte alla sua famiglia, da parte dei fascisti che stavano conquistando tutti i Comuni d’Italia, e che fecero affluire squadre fasciste da tutta la Toscana proprio per cacciare la giunta rossa.
Il 3 agosto 1922 fu stretto l’assedio al Palazzo Comunale e il segretario del fascio Dino Perrone Compagni insieme al gerarca livornese Costanzo Ciano, fondatore delle squadre d’azione “Mussolini” , si rivolsero al sindaco con il seguente discorso:
“Sindaco Mondolfi, Onorevole Modigliani, sono le ore 12, alle due di oggi dovrete avere abbandonato Livorno, in caso contrario vi impiccheremo in piazza. Ci siamo intesi?”.
A 100 anni dall’intollerabile episodio, e per ricordare i vent’anni di lotta contro la dittatura fascista che dettero finalmente all’Italia Libertà, Repubblica e costituzione, mercoledì 3 agosto 2022, alle ore 11.00 si terrà nella Sala del Consiglio Comunale, una cerimonia alla presenza del sindaco Luca Salvetti, del presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, dei Presidenti delle Associazioni Antifasciste e di Istoreco.
Sarà esposto nella Sala il busto di Mondolfi messo a disposizione da Massimo Bianchi.
Nell’occasione, alle 11.10 circa, sarà presentato il libro di Mario Tredici “Uberto Mondolfi, il sindaco rosso. L’amministrazione socialista. Livorno 2020-2022”. Mondolfi è stato personaggio di grande spessore umano e politico che grazie al lavoro di Mario Tredici, giornalista, storico e scrittore i livornesi potranno, anzi, dovranno riscoprire.
Si tratta di un corposo volume che narra la vicenda umana, culturale e politica di Mondolfi (Livorno, 1 settembre 1877 – Firenze, 1941), dichiaratamente pacifista in un’epoca violenta e in una città dilaniata dalla crescente aggressività. Con il suo spirito indomito appare come un personaggio davvero senza macchia e senza paura.
La sua biografia è particolarmente interessante in quanto si intreccia profondamente con la storia di Livorno.
Come si può leggere nella quarta di copertina del libro, pubblicato grazie a So.Crem, in gioventù fu maestro ed amico di Amedeo Modigliani e di Giosuè Borsi, intimissimo di Giuseppe Emanuele Modigliani, il padre del socialismo livornese.
Di famiglia ebraica, normalista e poi insegnante di lettere, fu l’animatore dell’Università Popolare, si pronunciò apertamente contro la guerra (la prima guerra mondiale). Nel 1919 si iscrisse al Psi e nel 1920 fu eletto sindaco. Tentò di realizzare un programma di alto profilo sociale, imponendo una forte tassazione dei ceti abbienti, che gli furono per questo aspramente ostili.
Difese i suoi principi di giustizia e libertà fino all’estremo delle sue forze morali e cedette appunto solo per le minacce di morte a lui e alla sua famiglia.
A chi interverrà alla cerimonia So.Crem farà omaggio di una copia del libro.