
L’amore e la morte secondo Wagner e Brahms, con le voci di Matthias Goerne e Angela Denoke. All’Auditorium Toscanini di Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Il 17 febbraio (replica il 18) con diretta su Radio3 e in streaming su rai cultura.it
I canti della nascita di una storia d’amore e quelli che accompagnano la fine della vita verso la pacificazione. Accosta due cicli vocali diversi, rispettivamente di Richard Wagner e di Johannes Brahms – i Wesendonck-Lieder
Il programma, che originariamente prevedeva l’esecuzione del Castello del principe Barbablù di Béla Bartók, è stato modificato in seguito all’ingresso del Piemonte in zona arancione e alle relative necessità di distanziamento sul palco, che impediscono l’impiego di un organico orchestrale molto ampio, come quello previsto dall’opera del compositore ungherese. Sono invece confermati i protagonisti della serata: le straordinarie voci del soprano Angela Denoke e del basso-baritono Matthias Goerne. Dirige Gergely Madaras (foto sopra il titolo).
Angela Denoke, abituale collaboratrice di direttori come Daniel Barenboim, Seiji Ozawa, Christian Thielemann e Simon Rattle, particolarmente apprezzata come interprete del grande repertorio tedesco, interpreta i Wesendonck-Lieder. Le pagine sono il frutto del burrascoso amore tra Richard Wagner e Mathilde Wesendonck, moglie del mecenate Otto Wesendonck e autrice delle poesie messe in musica dal suo amato tra il 1857 e il 1868. E se il testo non segna certo un vertice nella letteratura poetica germanica, la musica di Wagner riesce invece a restituire pienamente l’idillio umano e sentimentale che pervadeva le vite dei due amanti all’inizio della loro storia, destinata a finire, ma anche a lasciare altre indelebili tracce, come le immortali pagine del secondo atto di Tristan und Isolde.

Il basso-baritono Matthias Goerne, uno dei liederisti più apprezzati al mondo, che ha fatto della raffinatezza la cifra distintiva delle sue interpretazioni, propone invece i Vier ernste Gesänge op. 121 di Brahms. Il ciclo, composto a Vienna nel 1896 su testi tratti dalla Bibbia, è una sorta di inno alla morte, ma non in senso unicamente tragico. Brahms era in età avanzata, la sua amica di una vita Clara Schumann aveva avuto un ictus e il pensiero della morte guidava certamente la sua mano. Ma se i primi due canti sono dominati dal senso pessimistico della caducità della vita, dal terzo in poi l’atmosfera si illumina. La morte evocata è la liberazione da ogni angoscia umana, nella consapevolezza che alla vita del singolo uomo sopravviveranno tre cose: fede, speranza e carità, “ma tra loro la carità è la più grande”. I quattro canti sono proposti nell’orchestrazione di Alexander Schmalcz.
Sul podio dell’Orchestra Rai torna l’ungherese Gergely Madaras,
I biglietti per il concerto, da 10 a 25 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Il pubblico in sala sarà accolto nel rispetto delle più recenti norme per il contenimento della pandemia.