DANTE E I 700 ANNI DALLA MORTE. Gli Uffizi e il Museo Galileo puntano sull’Alighieri “scienziato” per la mostra “Dall’inferno all’empireo. Il mondo di Dante tra scienza e poesia” che apre il 14 dicembre a Palazzo Pitti. Con manoscritti, disegni, mappe dell’aldilà immaginato, riproduzioni video
Apre la mostra “Dall’inferno all’empireo. Il mondo di Dante tra scienza e poesia” visitabile da martedì 14 dicembre 2021 fino al 6 marzo 2022. Manoscritti, disegni, incisioni, mappe di un aldilà immaginato, strumenti scientifici e riproduzioni video rappresentano la Terra e la struttura cosmologica dell’Universo come erano conosciute dal Sommo Poeta. Fulcro della mostra degli Uffizi e del Museo Galileo è stata la figura di “Dante scienziato”, per la prima volta al centro di un’esposizione.
Dall’inferno all’empireo. Il mondo di Dante tra scienza e poesia è stata curata dal vice direttore del Museo Galileo, Filippo Camerota, affiancato da un panel di studiosi che fanno parte del comitato scientifico della mostra. Allestimento e realizzazione sono stati a cura di Opera Laboratori, mentre la casa editrice Sillabe ha curato il catalogo edito in italiano e in inglese.
DALL’INFERNO ALL’EMPIREO
Il mondo di Dante tra scienza e poesia
Firenze, Palazzo Pitti
14 dicembre 2021 – 6 marzo 2022
Dante nello spazio
Eike D. Schmidt
Direttore delle Gallerie degli Uffizi
Le Gallerie degli Uffizi hanno celebrato il settecentenario della morte di Dante Alighieri con tutta una serie di iniziative speciali, sia in sede che in trasferta, per rendere il più possibile partecipi i vari luoghi danteschi. Il primo gennaio abbiamo salutato il nuovo anno con la pubblicazione online sul nostro sito web del ciclo di 88 disegni che costituiscono il Dante historiato di Federico Zuccari, con commenti e trascrizioni di Donatella Fratini, liberamente disponibile in tutto il mondo (nel corso dell’anno, i disegni sono stati inoltre pubblicati in versione tascabile nella collana della Biblioteca Universale Rizzoli, e in un’edizione di lusso dalle Arti Grafiche Boccia di Salerno). Abbiamo celebrato il Dantedì con la prima lectio Dantis nell’Auditorium Vasari, tenuta da Paolo Procaccioli sull’argomento “Per Dante e per Firenze. Programmi letterari e artistici tra Quattro e Cinquecento”, e poco più di un mese dopo, il 30 aprile, si è aperta a Forlì la grande mostra Dante. La visione dell’arte, organizzata insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio del comune romagnolo, che per la prima volta ha indagato la fortuna visiva del Sommo Poeta e dei suoi scritti dai suoi tempi fino al primo Novecento. Pochi giorni più tardi e a pochi chilometri di distanza, a Ravenna, nella chiesa di San Romualdo, si è aperta un’altra mostra, Le Arti al tempo dell’esilio, sui rapporti tra Dante e Giotto, con alcuni importanti prestiti da parte degli Uffizi. Terminata quella di Forlì, alcune delle opere più significative che ne facevano parte sono state trasferite in due luoghi con forti connessioni dantesche, nell’ambito dell’iniziativa congiunta tra Uffizi e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze intitolata “Terre degli Uffizi” che in quest’anno ha visto l’inizio: l’affresco staccato di Andrea del Castagno con il ritratto dell’Alighieri a piena figura e più grande del naturale, appena restaurato dall’Opificio della Pietre Dure, è stato l’evento dell’anno a San Godenzo, nella frazione nota come Il Castagno di Andrea, che al pittore rinascimentale ha dato i natali, mentre per tutto l’autunno e l’inverno il castello dei conti Guidi a Poppi ha potuto offrire un riepilogo dantesco incentrato sulla Divina Commedia che comprende, tra l’altro, anche il recente acquisto degli Uffizi, Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco di Nicola Monti (1810). Con opere importanti il museo ha contribuito inoltre alle mostre dantesche a Verona (Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona), alle Scuderie del Quirinale a Roma (Inferno), e a Firenze al Museo Nazionale del Bargello (La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista).
Un’altra vetta nella programmazione dantesca degli Uffizi è stato lo spettacolo dal vivo, Tra selva e stelle, con la regia di Riccardo Massai: un percorso teatrale che il 6 settembre scorso, nel Giardino di Boboli, ha ripercorso la topografia dantesca dell’aldilà in 36 tappe con 77 attori, con oltre mille spettatori itineranti davanti a “quadri” recitati nel corso di tutto il pomeriggio. Due settimane dopo questo vero e proprio kolossal, la Sala Bianca di Palazzo Pitti ha ospitato il piccolo dramma per due soli attori, “In fuga dall’ingiusta pece. Un confronto tra due esuli” di Fausto Giunti, che ha messo a confronto Dante e Bettino Craxi. Nello stesso mese di settembre, le Gallerie degli Uffizi hanno aperto una presenza fissa nella Casa di Dante del Comune di Ravenna, con una sala dove sono esposte opere di soggetto dantesco in prestito da Firenze a medio e lungo termine. Uno degli eventi culminanti in questa galassia di occasioni legate all’Alighieri è il recente acquisto all’asta e dono al museo da parte dei Friends of the Uffizi Galleries, dell’enorme tela di Fra Arsenio Mascagni raffigurante Il conte Ugolino (1611), la più antica rappresentazione pittorica del famoso soggetto e al contempo un’opera chiave del naturalismo fiorentino del primo Seicento, in questo periodo esposta nella Sala dei Niobidi.
Concludiamo ora l’anno di Dante con la mostra Dall’Inferno all’Empireo. Il mondo di Dante tra scienza e poesia, che insieme al Museo Galileo presentiamo a Palazzo Pitti per le feste natalizie e fino alla primavera prossima. Si tratta della terza collaborazione con il Museo nostro vicino di casa votato alla storia delle scienze naturali, dopo Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’acqua microscopio della Natura (30 ottobre 2018 – 20 gennaio 2019) con cui si sono aperte le celebrazioni dell’anno dedicato al cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e che riuscì ad attrarre 382.576 visitatori, e L’arte di costruire un capolavoro. La Colonna Traiana (21 giugno – 6 ottobre 2019) che ha chiuso con ben 428.152 visitatori.
Tra le varie scienze delle quali troviamo le vestigia nell’opera poetica dell’Alighieri, la cosmografia – specialmente per quanto riguarda le ricche, particolareggiate e immaginarie strutture onto-geometriche dell’aldilà – è sicuramente quella che ha maggiore rilevanza per i nostri tempi, in cui quasi ogni anno veniamo sorpresi da nuove scoperte e nuove teorie sulla conformazione, sulla genesi e sul destino del mondo infinito che circonda il nostro piccolo e fragile pianeta, e che regolarmente capovolgono quanto finora prendevamo per certo. In un presente che da poco ha imparato che le nostre galassie girano intorno a immensi buchi neri – nient’altro che non realizzazioni del concetto mistico medievale dell’ipèrphotos gnóphos – le ricostruzioni e fantasie del Sommo Poeta sulla struttura del mondo fuori dal nostro vissuto potrà fornire spunti importanti agli scienziati che devono cercare metafore – spesso visive – per descrivere fenomeni al di fuori e lontano dalla percezione dei nostri sensi. Il ricco materiale grafico del nostro Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, che insieme agli splendidi codici generosamente prestati dalle biblioteche fiorentine costituisce lo scheletro della mostra, illustra inoltre come gli artisti del passato abbiano cercato di tradurre le fantasie di Dante in forme visive (e spesso magnificamente astratte). Chissà se cimentandoci nell’immaginario cosmico della Divina Commedia, Dante astronauta, tra Alessandro Magno e Jean-Luc Picard, non ci possa indicare la strada verso il Paradiso